martedì 2 novembre 2010

IL CONTE IN LIBRERIA...

Il libro è finalmente disponibile nelle librerie di buona parte del territorio nazionale: Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Sicilia e Sardegna.
I lettori delle altre regioni potranno richiedere la loro copia nel sito della casa editrice (www.unmondoaparte.it/dracula.html) e nelle migliori "librerie web": www.ibs.it, www.bol.it, www.libreriauniversitaria.it, www.deastore.com, www.hoepli.it.

Il volume può essere acquistato alla Feltrinelli di Alessandria e alla Libreria del Cinema di Firenze.

Per quanto riguarda il Veneto, a Vicenza il libro è reperibile e ordinabile nelle librerie Edison BookStore (corso Palladio 36, interno 3) e Galla (corso Palladio 10).


 
Stefano Leonforte

"Bram Stoker's Dracula. Il conte vampiro secondo Francis Ford Coppola"

Un mondo a parte, 2010
252 pp.

Prefazione di Paolo Albiero.
Interviste inedite a Jordan Stone, Anne Goursaud e Dante Ferretti.

venerdì 22 ottobre 2010

DISPONIBILITÀ ONLINE

Il libro è già ordinabile online in alcune "librerie web" (ibs, libreriauniversitaria) e nel sito ufficiale della casa editrice "Un mondo a parte": http://www.unmondoaparte.it/dracula.html

L'uscita nelle librerie è prevista per la prossima settimana.

A breve i dettagli.

domenica 26 settembre 2010

“DAMNED SOUL” INTERVISTA L'AUTORE

In attesa dell'uscita del volume, prevista per ottobre, pubblichiamo un estratto dell'intervista a Stefano Leonforte realizzata dalla redazione del forum “Damned Soul”, la cui versione integrale è disponibile all'indirizzo:

http://vampiri.blogfree.net/?t=2928612.

«[...]

Redazione “Damned Soul”: Bram Stoker's Dracula è un classico sui vampiri. Cosa ti ha spinto a scegliere proprio questo film?

Stefano Leonforte: Si tratta di un film estremamente affascinante, non solo visivamente. La sua “storia”, fatta anche di vicissitudini, dubbi e incomprensioni, è alquanto particolare. In un certo senso proporre l'ennesima versione cinematografica dell'opera di Stoker in un periodo in cui – ricordiamolo – i succhiasangue non riscuotevano il successo che per esempio hanno oggi, fu un azzardo. Non a caso Hart incontrò non poche difficoltà ancor prima di iniziare la stesura della sceneggiatura, dato il totale disinteresse delle Major hollywoodiane. Lo stesso Coppola, almeno inizialmente, si avvicinò al progetto per poco nobili motivi economici. Ma è indubbio che il regista, pur non entusiasta di dirigere un film che non aveva contribuito a sceneggiare, ci abbia messo molto del suo... Ha tradotto in immagini uno script in bilico tra il desiderio di assecondare la struttura epistolare del libro e il fascino di una rilettura romantica del vampiro traendone un incubo raffinato, anomalo, eccessivo. Ha evitato rischiosi paragoni con i suoi illustri predecessori mutando radicalmente l'iconografia su cui era venuto a svilupparsi il profilo cinematografico del conte, trasformandolo in figura androgina, giocando con decine di mutazioni e manifestazioni più e meno apocrife. Ha rifiutato l'aiuto della computer grafica – le cui potenzialità erano state evidenziate in Terminator 2 – per abbracciare trucchi fotografici e una messa in scena di tipo teatrale. Per non parlare della visione romantica del mostro, delle ispirazioni Simboliste e delle citazioni che il regista si diverte a disseminare lungo la pellicola. Lavorando su di una storia tra le più sfruttate dal grande schermo, Coppola è comunque riuscito a essere originale, iconoclasta, se vogliamo. Il risultato, a mio parere, è un film che non può lasciare indifferenti: lo si ama o lo si odia. Di sicuro fornisce materiale per una lunga serie di stimolanti approfondimenti.

Red.: Cosa pensi della figura del vampiro, sia nella sua veste classica, sia in quella moderna?

S.L.: Come scrivo nell'introduzione del libro, il vampiro, il succhiasangue, rappresenta l'archetipo dell'orrore. È una figura universale, antichissima, i cui tratti salienti sono riconoscibili in creature di cui si hanno testimonianze fin dagli albori della civiltà. Certamente gran parte del suo fascino ha a che fare con i poli che – scrive Ernst Jones – spingono il defunto a tornare dalla tomba: quelli apparentemente opposti dell'Amore e dell'Odio. Le figure maledette, specie se votate alla sfera sessuale come nel caso del vampiro, esercitano sempre una grande attrazione. Anche se, a ben guardare, la libido del revenant rimane per lo più confinata a uno stadio orale. Stephen King ha scritto alcune righe illuminanti sull'argomento nel suo “Danse Macabre”. Dopo la febbre vampirica di metà Settecento, infatti, la cultura romantica ha conferito al cadavere assetato di sangue quei tratti salienti ormai divenuti archetipici e giunti fino a noi: un fascino ancestrale, elegante, morboso e decadente che tuttavia mal si conciliava con una sessualità totalmente espressa. E tutto ciò spiega forse il grande appeal che il vampiro da sempre esercita nei confronti del pubblico più giovane. In questo senso il successo di Twilight è illuminante. Ma la sfera sentimentale, pur con le differenze che occorrono tra un'epoca e un'altra – sesso più o meno esibito, amore carnale, amore platonico –, ha sempre fatto parte del bagaglio culturale proprio del mito vampirico. Il vampiro-zombi del Settecento tornava dalla tomba per succhiare il sangue ai suoi cari. Il modello byroniano di Polidori, quel Lord Ruthven a cui il revenant cinematografico deve più di quanto non sembri, sceglieva le proprie vittime in eleganti salotti aristocratici, dissanguandole con il suo bacio mortale, il bacio nero. Nello stesso romanzo di Stoker le pulsioni sessuali giocano un ruolo fondamentale. E la filmografia vampirica, dalle pellicole Hammer fino a Coppola, ha spesso e volentieri intrattenuto rapporti fecondi con con questa particolare componente. Non è forse errato vedere nel Dracula coppoliano uno dei semi più penetranti da cui è poi fiorito il modello di vampiro seducente e innamorato che tanto appassiona le giovani generazioni oggigiorno. Parlo ovviamente del successo dei libri e dei film di Twilight, ma anche di serial come True Blood e Vampire Diaries, in cui è sempre e comunque la sfera sentimentale a farla da padrona.

Red.: Cosa ti affascina maggiormente del Dracula coppoliano?

S.L.: Come spesso accade credo che gli elementi più affascinanti risiedano nella forma piuttosto che nel contenuto, nel significante e non nel significato. A mio modo di vedere la pellicola di Coppola è una dichiarazione d'amore nei confronti del cinema e della sua storia, come testimonia la sequenza all'interno del cinematografo londinese. L'utilizzo di effetti ottici in-camera, di trucchi arcaici degni degli spettacoli illusionistici di Méliès, il montaggio fatto di continue dissolvenze incrociate – spesso dettate dai motivi geometrici presenti nelle inquadrature –, la cura della messa in scena, testimoniano un modo di fare cinema che già all'epoca andava scomparendo, e che oggi non esiste più. È un'opera che racconta una delle storie più conosciute e sfruttate dal grande schermo, ma utilizzando lo spettro completo delle possibilità cinematografiche. È un film alchemico.

[...]

Red.: Indubbiamente, fra il libro ed il film c'è un elemento davvero molto diverso, ossia la chiave romantica della storia. Pensi che questa sia stata una scelta calcolata del regista per avere più pubblico?

S.L.: Non credo. Come ho detto Coppola non era entusiasta del progetto anche perché non ebbe alcun ruolo nella scrittura della sceneggiatura – che, tra l'altro, gli venne proposta da Winona Ryder. Lo sviluppo del sottotesto che vede il mostro imbattersi nella reincarnazione della sua antica sposa si deve ad Hart, che a sua volta l'ha ripreso da precedenti film, molti dei quali dedicati proprio a Dracula o a soggetti vampireschi. In arte, e naturalmente nel cinema, ci si trova raramente di fronte a reali innovazioni, più facilmente ci vengono proposte semplici differenze. Il mostro condannato per amore a sopravvivere ai secoli alla ricerca dell'amante perduta rappresenta un archetipo del genere horror. Basti pensare alle diverse versioni della Mummia, al Dracula interpretato da Jack Palance in Il demone nero, alla serie televisiva cult Dark Shadows... Detto ciò, è comunque possibile che Coppola abbia insistito sugli aspetti romantici della vicenda anche calcolando una possibile reazione positiva del pubblico. Nelle interviste promozionali il regista ha più volte sottolineato come Dracula fosse ai suoi occhi un'epica storia d'amore, smentendo così i dichiarati intenti di fedeltà al romanzo che portarono a intitolare il film Bram Stoker's Dracula. Il principe vampiro e Mina sono per il regista l'equivalente “moderno” delle coppie simboleggianti l'amore tragico – Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta –, che com'è noto hanno sempre riscosso indubbio favore. E Coppola, dopo vari flop al botteghino, aveva assoluto bisogno di un successo commerciale.

[...]

Red.: Questi ultimi sono stati gli anni del Vampiro. Il rinnovato interesse per questa figura però è stato portato da eventi letterari e cinematografici che molto si discostano dal capolavoro da te analizzato. Cosa ne pensi di questa nuova veste del vampiro?

S.L.: Come ho detto non si tratta di vere e proprie novità, ma di riletture le cui radici, per quanto lontane nella forma e nel significato, risiedono in precedenti espressioni del mito. Certo è difficile accostare Dracula a Twilight, che rimane una saga dedicata ai più giovani, così come Vampire Diaries, per restare al grande e piccolo schermo. Oggi l'industria culturale tende a confezionare prodotti su misura per il pubblico che più di ogni altro garantisce successo di vendite e incassi notevoli: quello adolescenziale. Ancora una volta i libri di Stephenie Meyer ne sono un esempio, ma allontanandosi per un istante dal regno dei bloodsucker potremmo citare anche la fortunata saga di Harry Potter. Personalmente rimango maggiormente legato al vampiro che ha preceduto questo revival, un revenant forse più genuino, meno edulcorato. Certamente, negli ultimi anni i figli della notte non hanno ricevuto un trattamento benevolo... Nei vari Underworld, Blade, Van Helsing c'è veramente poco da salvare. Dei connotati che definiscono il fascino, il seducente del vampiro rimane ben poco.

[...]

Red.: In Bram Stoker's Dracula viene mantenuto l'aspetto diaristico della narrazione. Alla lunga, credi che questa sia stata la scelta registica migliore?

S.L.: Inizialmente il film avrebbe dovuto essere ancor più fedele alla struttura del libro, con i punti di vista dei vari personaggi, gli estratti dei loro diari, le lettere e così via a fare da filo narrativo. Ma questa versione venne montata e poi scartata in seguito alla prima sneak preview. Nel libro se ne parla ampiamente. La versione che tutti conosciamo, invece, ritengo sia molto funzionale. Mantiene la forma diaristica fin dove può, per poi allontanarsene in alcuni frangenti. Il linguaggio cinematografico è molto diverso da quello letterario: non è possibile tradurre fedelmente in immagini una struttura come quella ideata da Stoker.

[...]
»


Vietato riprodurre l'intervista senza il consenso dell'intervistato e dell'autore: "Damned Soul".

martedì 14 settembre 2010

DRACULA SECONDO COPPOLA

In attesa della pubblicazione del saggio "Bram Stoker's Dracula. Il conte vampiro secondo Francis Ford Coppola" proponiamo in anteprima due immagini scelte tra le fotografie di scena che illustrano il volume.
Inseriamo inoltre le dichiarazioni del regista che introdurranno il capitolo II: "Francis Ford Coppola incontra Dracula".



«Mio padre raccontava sempre una vecchia leggenda italiana: diceva che di notte non bisogna mai mettere un neonato nella stessa stanza con una persona anziana, perché se non si è in grado di aiutarlo, la persona anziana succhierà la vita dal corpo del bambino... Dracula rappresenta un fenomeno straordinario: l'idea che anche da morto si possa attingere alla principale forza vitale – il sangue – ed emergere dall'adilà in questa forma predatoria e malvagia».1

 «Tutti conoscono il fenomeno di stare sott'acqua, di cercare di trattenere il respiro: all'inizio è facile, ma quando si avvicina il momento di dover respirare, si è in preda al panico, si comincia a pensare che non si riuscirà e poi – alla fine, quando si respira – l'aria entra nei
polmoni, e la frenesia si placa. Questo significa essere un vampiro e aver bisogno di sangue. Il sangue è una metafora fondamentale. Anche se oggi la gente non sente una relazione sacramentale con Dio, penso possano capire quanti rinunciano ai legami di sangue per la creazione – per lo spirito creativo, o quello che sia – e divengano come morti viventi. Il vampiro ha perso la sua anima, e ciò può succedere a chiunque».2


1. Francis Ford Coppola, "Finding the Vampire's Soul", in Bram Stoker's Dracula - The Film and the Legend, New York, Newmarket Press, 1992.
2. Tratto da Vito Zagarrio, Francis Ford Coppola, Milano, Il Castoro, 1995.

sabato 4 settembre 2010

ESTRATTO... DI SANGUE

Aggiornamento:
il libro sarà disponibile a partire dal prossimo mese di ottobre. La distribuzione coprirà buona parte del territorio nazionale, ma sarà possibile acquistarlo anche online nelle migliori "librerie web" e nel sito ufficiale della casa editrice "Un mondo a parte". A breve i dettagli per la pre-ordinazione.

In attesa della pubblicazione del volume, rendiamo disponibile un breve estratto del capitolo VII: "Analisi critica".

«Prima di avventurarci nell'analisi delle varie componenti che emergono in Bram Stoker's Dracula è forse opportuno mettere a fuoco un dettaglio di particolare importanza: ci si trova, volenti o nolenti, al cospetto di un film d'autore. Non si tratta naturalmente di un giudizio legato a motivazioni soggettive e di gusto personale, ma di una semplice constatazione. Nonostante il grande successo di pubblico, la pellicola ha fin da subito diviso la critica dando luogo ad accese discussioni – legate soprattutto alla presunta fedeltà al romanzo – che, strano ma vero, continuano tuttora; e questo è generalmente ritenuto un buon segno. Che il dibattito persista a oltre quindici anni dall'uscita nelle sale cinematografiche è, per lo meno, un sintomo del fascino e della complessità dell'opera. Ma Dracula, in tal senso, è anche un film “diverso”: perché rifuggendo ma al contempo vezzeggiando la poetica orrorifica che tanto appassiona i fedelissimi stokeriani, mette in scena un insieme di modelli e suggestioni che, per quanto eterogenei, non possono certo lasciare indifferenti. Grazie alla libertà concessa da un genere che spesso dimentica struttura e coerenza narrativa Coppola spazia con leggerezza da omaggi alla storia del cinema a riferimenti artistici e filosofici; inserisce nella vicenda componenti melodrammatiche e di natura sessuale; trasforma il libro di Stoker in una fiaba romantica; e, in alcune circostanze, diventa prolisso senza tuttavia annoiare. Infarcisce il film di citazioni e trucchi da spettacolo di magia che sottintendono una lucida analisi del regno illusionistico pre-cinematografico; e rilegge la figura del conte vampiro con un coraggio che, nonostante alcune critiche velenose, verrà premiato dai risultati del botteghino. Non un semplice horror, dunque; né una semplice love story. Un film d'autore, appunto, in cui il regista visionario per eccellenza lascia libero sfogo alla propria creatività con risultati altalenanti ma sempre incredibilmente originali e affascinanti.
[...]»

martedì 24 agosto 2010

UN MORSO TIRA L'ALTRO...

A poche settimane dalla pubblicazione del libro ecco disponibili nuove e più precise informazioni. Il volume sarà di circa 250 pagine, impreziosito da alcune rare fotografie di scena in bianco e nero.
Di seguito, riportiamo la scaletta definitiva dell'opera.

"Bram Stoker's Dracula. Il conte vampiro secondo Francis Ford Coppola":

- Prefazione. Il conte alla rovescia, di Paolo Albiero
- Introduzione
- Cap. I. James V. Hart e Dracula: risveglio a seimila metri
- Cap. II. Francis Ford Coppola incontra Dracula
- Cap. III. La storia mai raccontata
- Cap. IV. “I costumi saranno i set!”
- Cap. V. Fra teatro e magia: una lavorazione travagliata
- Cap. VI. Diario di viaggio: la post-produzione
- Cap. VII. Analisi critica
- Cap. VIII. La metamorfosi di Dracula: dalla cellulosa alla celluloide
- Intervista a Jordan Stone
- Intervista ad Anne Goursaud
- Scheda del film

venerdì 13 agosto 2010

DRACULA A.D. 1992

«Anno 1462. Costantinopoli era caduta. I musulmani turchi dilagarono in Europa con un immensurabile, fortissimo esercito, attaccando la Romania e minacciando tutto il mondo cristiano. Dalla Transilvania, si levò un cavaliere rumeno del Sacro Ordine del Dragone, conosciuto come Draculea...»

Così inizia uno dei film più anomali, interessanti ed eccessivi di Francis Ford Coppola. Bram Stoker's Dracula rappresenta infatti un punto cruciale nella carriera del regista americano, per motivi artistici – in primis il confronto con un mito dell'orrore quale il re dei vampiri – e, naturalmente, economici. Prodotto dalla Columbia (all'epoca già proprietà del colosso giapponese Sony) e uscito nei cinema statunitensi il 13 novembre 1992 (il 22 gennaio 1993 in Italia), l'adattamento coppoliano è l'ultima di una lunga serie di metamorfosi cinematografiche dell'icona creata da Stoker e, complice una maestosa campagna pubblicitaria, trionfò al botteghino segnando indelebilmente l'immaginario relativo al principe delle tenebre. Non a caso, il film vanta tuttora una nutrita e radicata schiera di ammiratori.

A quasi vent'anni dall'ennesima resurrezione del conte vampiro, la casa editrice “Un mondo a parte” di Roma pubblicherà nel settembre 2010 un volume interamente dedicato al film di Coppola. Il libro, ricco di informazioni inedite, si intitola: “Bram Stoker's Dracula. Il conte vampiro secondo Francis Ford Coppola”.
L'autore è Stefano Leonforte, laureato all'Università di Padova (corso di studi Discipline delle arti, musica e spettacolo, con indirizzo cinematografico), studioso di cinema italiano – in particolare quello di genere – e dei classici dell'orrore inglesi e americani. Il volume farà parte di una collana dedicata al cinema horror italiano e internazionale chiamata, appropriatamente, “Quaderni di Sangue” (a breve notizie precise riguardo le date di pubblicazione).

Il libro si è proposto l'obiettivo di ricostruire nel dettaglio la storia del progetto Dracula: dalla sua genesi (la stesura della sceneggiatura di Jim Hart, l'avvento di Coppola alla regia) alla complicata fase di post-produzione, passando naturalmente per la lavorazione vera e propria. Si tratta di un'opera ambiziosa, curata nei dettagli, ricca di curiosità e testimonianze (molte di queste inedite). Alla fedele ricostruzione storica si affianca una approfondita analisi critica, con numerosi stralci di interviste a Francis Ford Coppola, ai suoi più importanti collaboratori (il figlio Roman, Jim Hart, Eiko Ishioka, Tom Sanders), risultato di una lunga e densa ricerca bibliografica tra volumi dedicati al cinema vampirico, saggistica internazionale, articoli di riviste specializzate italiane, francesi, inglesi e americane.
Appositamente per il volume sono state realizzate dall'autore interviste inedite all'assistente di produzione Jordan Stone, alla montatrice Anne Goursaud (accreditata con Glen Scantlebury e Nicholas C. Smith, ma in realtà montatrice ultima del film) e allo scenografo italiano Dante Ferretti – che svelerà numerosi particolari riguardo la sua partecipazione alla pre-produzione della pellicola.

Struttura dell'opera:

Bram Stoker's Dracula. Il conte vampiro secondo Francis Ford Coppola” si aprirà con una prefazione di Paolo Albiero, studioso e storico del cinema italiano, autore (con Giacomo Cacciatore) del libro “Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci” (Un mondo a parte, 2004), seguita da una breve introduzione dell'autore.
Si apre quindi l'ampia ricostruzione storica, suddivisa in vari capitoli: dallo script al buio delle sale cinematografiche attraverso idee, testimonianze (tra cui spiccano quelle inedite di Ferretti), difficoltà, incomprensioni, paure e un lungo, faticoso lavoro in sala montaggio.
Seguono l'analisi critica e un approfondimento che mette a confronto il Dracula coppoliano con il romanzo di Bram Stoker e i numerosi adattamenti per il grande e piccolo schermo che ne sono stati tratti.
A chiudere, le già citate interviste di Stefano Leonforte a Jordan Stone e Anne Goursaud, seguite da una dettagliata scheda del film.

A breve disponibili altri dettagli.